Sarebbe stata per certi versi una settimana fortunata. E' capitato infatti nei giorni scorsi, per una combinazione di buone stelle, di vedere i frutti di lunghe fatiche collettive e di preghiere più o meno laiche, ma decisamente efficaci e tempestive abbastanza per evitare, qualche volta, che le sventure iniziali degenerassero in danni irreparabili. 
Per chi si occupa, in qualsiasi forma, di violazioni di diritti umani la riparazione dei torti è fortuna rara e comunque spesso non completa: quasi sempre è inevitabile che le vittime non ne escano comunque indenni.

Vede la videocamera ed esplode di frenetica gioia ed infantile narcisismo. Letteralmente la insegue, ci si piazza davanti offrendo il suo sorriso sdentato eppure perfetto e regala la sua intervista al mio amico giornalista. Pietro ed io siamo appena entrati nella Chiesa delle Gianchette, a Ventimiglia, per verificare e raccontare le condizioni di vita dei profughi all'indomani dall'ennesima tragedia consumatasi in questa terra di confine in cui ha perso la vita un minore sudanese inghiottito dalla corrente, dall'indifferenza (e dal disprezzo) istituzionale.

 BornToBuyBella serata giovedì 18: il tema era complesso e poco allegro: sicurezza (poca) sul lavoro, amianto e malattie professionali, ma i relatori appassionati e incredibilmente chiari hanno reso l'incontro piacevole e istruttivo. Graziano Cetara (giornalista de "Il Secolo XIX") ha dato il "la" ricordando la sensazione di "vorrei ma non posso" che aleggia su tutti (datori di lavoro, ispettori e anche lavoratori) dopo ogni infortunio sul lavoro.
Aris Capra della Cgil ha chiarito alcuni dati: per ogni morto sul lavoro, dal 1999 al 2008, in Italia si sono seriamente infortunati più di 700 lavoratori; anzi, nei dieci anni considerati, l’ultimo ha raggiunto il punto massimo di 781 infortuni gravi per ogni infortunio mortale. La Liguria e Genova in particolare hanno una tendenza superiore ai dati nazionali, 891 lavoratori gravemente infortunati, questo in tutti gli anni considerati.

Scusate l'assenza, ma è stata una settimana molto “piena”. Intanto le buone notizie...
Sono continuati i dibattiti calendarizzati nel “Laboratorio delle Idee e dei Diritti”: abbiamo parlato di temi spinosi come il diritto all'istruzione ovvero all'accesso sia da parte degli studenti che degli insegnanti ad una scuola sicura (strutturalmente e legislativamente) e aperta a tutti, non solo ai cittadini italiani (in barba a chi vorrebbe le classi “ponte”); abbiamo anche parlato dei diritti dei consumatori e della nuova normativa in materia di azioni collettive.

Il giorno in cui il governo si riunisce a Reggio Calabria e vara il cosiddetto “Piano antimafia” il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dichiara: “Una riduzione degli extracomunitari significa meno forze che vanno ad ingrossare le schiere delle criminalità”.

Il giorno successivo il Segretario generale della CEI, Mariano Crociata, smentisce Berlusconi e afferma: “Dai nostri dati risulta che la percentuale della criminalità tra italiani e stranieri è analoga se non identica”. Chi ha ragione? Ma soprattutto su quali dati si basano?

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