Abbiamo il vizio con amici e amiche insegnanti, educatori o scrittori, di andare nelle scuole e parlare con gli alunni, meglio se ancora bimbi, dei temi che gli adulti di solito non amano affrontare: guerre, violazioni dei diritti, migrazioni e paure. I bambini sono la platea più impegnativa ed attenta che può capitare di avere. Da ogni incontro, chi, come me, non è abituato a questi confronti, ne esce stremato ma decisamente più ottimista.

‎Vorrei quasi presentarglieli alcuni e alcune dei seicentomila che, il redivivo Silvio vorrebbe riportare indietro, anzi, "ricacciare" al loro paese. Oppure, a quell'altro che si è inventato l'indegna espressione "taxi del mare" riferita a quegli straordinari equipaggi di eroi che salvano vite a largo delle nostre coste, rischiando, come è già accaduto, di farsi sparare dalla guardia costiera libica (armata e addestrata da noi), vorrei farglieli vedere da vicino quei profughi che spera e promette non approderanno più nei nostri porti e nelle nostre spiagge.

 

Nei giorni in cui ci si prepara a celebrare la giornata della memoria (commemorazione quanto più necessaria ed urgente visti gli indegni ed inquietanti rigurgiti razzisti ai quali assistiamo smarriti e preoccupati negli ultimi tempi), la nostra, come altre 150 città italiane, si è tinta di giallo per dare un colore e una luce ad un'altra necessaria e più recente memoria: quella che impone di pretendere verità sul sequestro, le torture e l'uccisione di Giulio Regeni il giovane ricercatore che il 25 gennaio di due anni fa veniva "fatto sparire” al Cairo.

Mentre l'assessore alla Sicurezza genovese non ha di meglio da fare che ordinare ai nostri vigili, distraendoli dalle loro reali ed utili mansioni, di censire i profughi che nelle strade della nostra città si trovano costretti per le più svariate ragioni (sulle quali evidentemente l'amministrazione locale non si interroga) a chiedere l'elemosina, ben 55 associazioni si sono riunite nel comitato Genova Solidale per dare risposte concrete alle esigenze di chi arriva nelle nostre città e di chi accoglie.

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