Adam è nigeriano, uno dei tanti richiedenti asilo in attesa di giudizio che si trascina senza diritti nel nostro territorio. Non può lavorare perché non ha il permesso di soggiorno e senza il permesso non è nessuno. E se i vigili lo fermano mentre chiede l'elemosina, quei vigili non vedono nessuno, non vedono né l'eroe né l'essere umano né i suoi diritti. Ma solo il colpevole. E così gli viene contestato l'illecito di accattonaggio e gli viene sequestrato, con tanto di regolare verbale, l'euro e sessantacinque di elemosina, come provento illecito! Legge implacabile e tutori dell'ordine inflessibili.
Intanto in Parlamento si discute di impunità.
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Adam e l'impunità
Nei giorni in cui si parla di processo breve, dopo aver ascoltato dichiarazioni del tipo: "la legge è uguale per tutti ma diversa è la sua applicazione" da parte degli avvocati del premier che tentano di garantirgli l'impunità, forse non stupisce ma certamente indigna vedere l'inflessibilità della legge nei confronti di Adam. Indigna vedere che un essere umano - che dovrebbe essere trattato come un eroe per essere sopravvissuto allo sterminio della sua gente, alla fuga disperata, ai trattamenti inumani in Libia, al viaggio della speranza su un'imbarcazione di fortuna, ai centri di detenzione ed alla burocrazia italiana - possa essere perseguito perché colpevole di voler sopravvivere.