Tribunale di Genova 15.10.2025

“Dalla relazione del centro di accoglienza, si evince il buon comportamento tenuto in struttura e l’impegno profuso nell’essere lavorativamente attivo, tanto da essere trasferito in appartamento nell’agosto 2022. Si dà atto della frequenza alla scuola di italiano del CPIA per gli a.s. 2022/2023 e 2023/2024. Un simile percorso verrebbe vanificato in caso di rientro forzato in Bangladesh. In tale situazione, il suo rimpatrio costituirebbe di per sé una condizione degradante, specie se parametrata alle difficili condizioni di partenza, di cui si è detto, al percorso migratorio, che l’ha visto privato della propria libertà personale per ben quattro anni in Libia, e maltrattato (sottoposto a torture (ferito al braccio ed al piede con arma da fuoco), e all’attuale situazione della zona di provenienza, anche sotto il profilo della situazione debitoria, e integrerebbe una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare, garantito dall’art. 8 CEDU e dell’art. 19 comma 1.1 d.lgs. 286/98.
...Le condizioni del Paese di origine -come accennato- assumono peraltro rilevanza, sia quale elemento ulteriore per ritenere violato, in caso di rimpatrio, il diritto alla vita privata del richiedente, sia ai sensi della prima parte dell’art. 19 comma 1.1 cit., che impone il rilascio del permesso qualora “ricorrano gli obblighi di cui all'articolo 5, comma 6”. Tra questi, il rispetto degli obblighi costituzionali (previsione, per la verità, inutile e implicita) e pertanto anche del diritto di asilo di cui all’art. 10 comma 3 Cost. Da questo punto di vista, occorre tenere conto, sotto il profilo oggettivo, delle condizioni di invivibilità dell’area di provenienza per quanto riguarda la nota situazione di violazione dei diritti e l’inefficienza e carenza di mezzi e strutture statali, causata anche dal generalizzato e altissimo livello di corruzione delle forze di polizia. A ciò si aggiunga che il Paese è da tempo esposto a vari rischi climatologici (ad esempio, siccità), idrometeorologici (ad esempio, cicloni, mareggiate, inondazioni) e geofisici (ad esempio, frane ed erosione). La sua costa meridionale a forma di imbuto la rende suscettibile ai cicloni e alle mareggiate, ai livelli medio-alti di salinità del suolo e all'innalzamento del livello del mare. Essendo il più grande delta del mondo, con i sistemi fluviali Brahmaputra, Gange e Meghna che scorrono verso la Baia del Bengala, un'enorme porzione della superficie del Bangladesh è soggetta a frequenti inondazioni, soprattutto improvvise, e all'erosione fluviale. Inoltre, le zone orientali del Bangladesh, che comprendono le divisioni di Sylhet e Chattogram, sono soggette a terremoti, frane e inondazioni improvvise. Inoltre, il Bangladesh per sostenere il suo sviluppo potenziale deve affrontare sfide significative poste dal cambiamento del clima, con rischi per la vita, le infrastrutture e l'economia. A causa del cambiamento climatico, il Bangladesh sta già sperimentando l'aumento delle temperature, l'erraticità delle precipitazioni irregolari, l'innalzamento del livello del mare e l'intrusione di salinità ad un ritmo accelerato, causando disastri più intensi.28 La maggior parte della popolazione del Bangladesh si basa su attività agricole pper il proprio sostentamento e dipende in larga misura dalle risorse idriche. Questi stessi settori sono altamente esposti ai rischi climatici e geofisici e dispongono di misure di resilienza limitate e infrastrutture deboli. Molte persone sono senza terra e costrette a vivere e coltivare terreni soggetti a inondazioni e, dal punto di vista ambientale, si segnalano: l'inquinamento delle acque, in particolare delle zone di pesca, derivante dall'uso di pesticidi commerciali; acque sotterranee contaminate da arsenico presente in natura; scarsità d'acqua intermittenti a causa della caduta delle falde acquifere nelle parti settentrionali e centrali del paese; degrado ed erosione del suolo; deforestazione; distruzione delle zone umide; grave sovrappopolazione con inquinamento acustico. Infine, si segnala una grave insicurezza alimentare localizzata a causa dei vincoli economici e dei prezzi elevati di importanti prodotti alimentari. Si prevede che l'insicurezza alimentare rimanga precaria, dati i persistenti vincoli economici; nonché i prezzi interni della farina di frumento e dell'olio di palma, importanti prodotti alimentari, che rimangono a livelli elevati nel gennaio 2023, risultato di elevati prezzi internazionali di energia, carburante e cibo, trasmessi ai mercati nazionali (2023).29 Tali elementi, uniti all’integrazione del richiedente in Italia, porterebbero comunque al riconoscimento della protezione speciale ai sensi della prima parte del comma 1.1 cit., sussistendo in caso di rimpatrio la violazione dell’art. 10 Cost. e dell’art. 8 CEDU.”

