"Deve riconoscersi lo status di rifugiato al ricorrente cittadino gambiano che rischia di essere incarcerato e dunque subire torture a causa della sua omosessualità"

Tribunale di Genova, ord. 23 marzo 2018

"Si ritiene che sussistano i presupposti per il riconoscimento, in favore del richiedente, dello status di rifugiato. Il racconto delle sue vicende, pur non sempre lineare e con qualche contraddizione, è apparso coerente per ciò che concerne l’omosessualità.
Nel caso in esame, sussiste certamente il timore di persecuzione, per “appartenenza ad un determinato gruppo sociale”, in quanto la situazione in Gambia è certamente critica per gli omosessuali.
In Gambia, infatti, l’omosessualità è reato.

L’ex Presidente Jammeh l’ha più volte condannata pubblicamente e, nel 2014, ha introdotto una legislazione in materia ancora più restrittiva, prevedendo una pena detentiva che può arrivare fino al carcere a vita.
“Ex-president Jammeh denounced LGBT persons in public on more than one occasion. In 2008, on state television, Jammeh gave gay people a 24-hour ultimatum to leave the country, otherwise he would cut off their heads. In 2012 he stated before the parliament that homosexuality was ‘godless’. In 2013 he said that homosexuality was evil and anti-God, anti-human and anti-civilisation. His government would show zero tolerance of homosexuality – as for drugs, corruption, rape and murder. It would use ‘Operation Bulldozer’ against ‘criminals’ who were guilty of these crimes. In 2014 he described homosexuals as ‘vermin’ which the government would deal with in the same way as mosquitoes which carry malaria. Jammeh’s attitude towards homosexuality was shared by the Supreme Islamic Council. Its representatives repeatedly condemned homosexuality” (EASO COI Report – Gambia – Decembre 2017). “The new crime of "aggravated homosexuality," which carries punishments of up to life in prison, is part of a criminal code President Yahya Jammeh approved on October 9, 2014, documents uncovered this week show. Among those who could be charged with "aggravated homosexuality" are "serial offenders" and people living with HIV who are deemed to be gay or lesbian. Exactly what constitutes "homosexuality" or a "homosexual act" is not defined in Gambian law. That makes Gambia's criminalization of homosexual activity - which already violates international law - even more likely to be used broadly and arbitrarily. "The new law treats consensual, private sexual activity between adults of the same sex - which should not be a crime - in the same way as rape and incest," said Steve Cockburn, Amnesty International deputy regional director for West and Central Africa. "The vague and imprecise provisions of this law could be used to arrest and detain anyone who is believed to be gay or lesbian, and contributes to the already severe climate of hostility and fear for LGBTI people in the country." (Refworld Gambia: "Aggravated Homosexuality'' Offence Carries Life Sentence 21.11.2014) “The legislation was tightened further in 2014. ‘Aggravated homosexuality’ became a crime which could be punished by life imprisonment” (EASO COI report – Gambia – December 2017).
Le condizioni delle carceri in Gambia, tra l’altro, sono certamente critiche. Le più gravi violazioni dei diritti umani hanno incluso torture, arresti arbitrari e prolungati in attesa di giudizio e di detenzione in isolamento; sparizioni forzate dei cittadini; persecuzione e maltrattamento del governo nei confronti dei suoi critici. Abitualmente i funzionari hanno utilizzato vari metodi di intimidazione per mantenere il potere.
Il Paese oggi è in una fase di riorganizzazione dopo le ultime elezioni, ma la legislazione penale non è cambiata e tuttora incrimina i comportamenti omosessuali e li punisce severamente.
Alla luce di quanto esposto, la domanda del ricorrente di riconoscimento dello status di rifugiata deve essere accolta e ciò assorbe e rende ininfluente l’esame delle ulteriori richieste di protezione sussidiaria e umanitaria, formulate in via gradata."

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