Ogni volta che mi invitano a parlare di diritti umani e di discriminazione riporto alla memoria collettiva il manifesto della razza del 1938. Oso un confronto tra le leggi razziali del ventennio fascista e l'attuale "pacchetto sicurezza". In particolare cito l‘inizio del manifesto della razza: "le razze umane esistono, dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori dire che esistono razze umane superiori e inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti". Una frase particolarmente subdola in cui mal si celava il fine ultimo proclamato più avanti nel medesimo manifesto: "E' tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti".
Nel ‘38 si proclamava la superiorità della misteriosa razza ariana e si vietava in ogni modo la "contaminazione" anche impedendo i matrimoni cosidetti “misti” tra ariani e non ariani. Oggi nell'odierno razzismo di Stato una legge dell'8 agosto 2009 proibisce il matrimonio per "gli irregolari" (i moderni non ariani) e introduce il reato di clandestinità che punisce come criminali gli stranieri colpevoli solo di esistere nel nostro paese privi, loro malgrado, di un permesso di soggiorno. Con questa nuova legge razziale viene sancito il principio secondo il quale le persone possono essere punite per quello che sono e non per quello che fanno, l’esatto contrario del principio di eguaglianza proclamato dalla nostra costituzione.
Di solito, quando concludo i miei incontri inverto l’invito contenuto nel manifesto della razza ed auspico che sia “GIUNTO IL TEMPO CHE GLI ITALIANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE ANTIRAZZISTI!”